mercoledì 26 marzo 2014

All'avvento del governo Renzi

Non mi chiami più
sai che sono marcio
ho il cuore in un antro
arraffa semenze
si nutre di paura
mette il muso fuori
solo per pisciare
ha un fare mansueto
campione d'ignavia
un'acquosa anguria
un floscio vessillo
nel molle e tremante
pugnare del pavido,

non mi stimo più
lo specchio respinge
narcisi d'accatto
l'ha detto la luna
che osserva i palazzi
m'annega nell'ombra
perché sono piccolo
le cimici accese
rilucono meglio
lampioni mi aspettano
voltano lo sguardo
mi resta il riflesso
della solitudine,

non ci credo più
caramelle amare
la birra è più onesta
non le professioni
funesta è la metro
l'uomo ha le budella
ci siamo copiati
su Marte interiora
future frontiere,
distruggere stelle
è il nostro destino:
appoggio il mio Paese
sono un bravo stronzo.

Marzo

Riempie lo spazio la pioggia sonora
da luminose e volubili nubi,
apro le ali per averla tutta
ma la fortuna appartiene alla terra.

Un uomo è troppo piccolo
quando la donna amata è il temporale
con squarci di luce tiepida
alta anticipa le virtù di maggio.