giovedì 28 agosto 2014

Cosmogonia

Tavolara aspettavi
che ti vedessi ancora,
schiena di stegosauro
che protegge la costa
con la sua mole assurda
di calcare ed euforbie!
Senti il suono dell'acqua?
Argomenta distanze
sussurrando alle rive.
Sono passati anni,
oltre cento vittorie
e altrettante sconfitte:
ora sono più blu,
come le onde salse e malinconiche
in cui affondi le zampe di granito
da prima del mio tempo.
Perciò ti sembro impassibile
di fronte alla profondità del cielo:
ho accettato la lotta
per avere una vita,
se tu fossi un altare
potrei farla finita.

mercoledì 27 agosto 2014

Cala luna

Il tuo viso si vede
dove la cala sfuma nell'oleandro,

i tuoi passi hanno aperto la pietra
e il sole spaventato

ha nascosto la testa nello stagno,
facendoti vetrina di riflessi

nell'azzurro spezzato.
Bisbiglìo selvaggio,

anche la vespa cammina sulla pelle
con passo deferente.

Sei grandi occhi guardano
i tuoi bei piedi bianchi,

i tuoi seni aspri sono cavità
di lunghe lingue d'acqua:

la bellezza è uno spettacolo vacuo
che sta zitto sotto un cielo d'arselle,

la notte ha morso la luna calcarea
per farne la tua orma.

martedì 5 agosto 2014

Gaza

Le formiche camminano
da destra a sinistra

fuori dalle prigioni
come aerei di carta,

anche l'arabo aspira
a raccontarsi libero

sul suo suolo seccato
da un tempo millenario

e più bruciano pagine
più le formiche vanno

oltre le feritoie
di celle insufficienti

a svegliare i fratelli
sotto cieli di bombe

accesi dal delirio
di uno Stato esclusivo

che censura se stesso
per potersi assolvere:

le formiche lo sanno
e pistano parole

su fogli che assillano
la coscienza del mondo.


lunedì 4 agosto 2014

Otello

Guardo agli atti postremi dell'amore:
un sipario di piombo
azzanna il palco con denti di porco.
E poi la pace,
in tempi così stupidi
da uccidere il canto degli orologi
che non misura nient'altro che notti.

sabato 2 agosto 2014

Teatro verità

Sono un tipo teatrale,
lo ammetto,
non riesco mai ad essere naturale
e questo è il mio più grande difetto.
Come si leghi il dramma all'umiltà
resta ancora un mistero,
ma vivo la realtà
con un rapporto vero.

Piazza Vittorio

Hai visto come solitarie stelle
brillano sopra la piazza d'argento?
Tale è la mia coscienza:

in questo tempo spento
mantengo ancora l'ardore d'esistere.

Nascosto nei cassetti dei miei occhi
c'è un vortice ribelle
che m'impone d'insistere.

Non ho mai ascoltato i tuoi tarocchi,
sono le carte stupide
che dicono pazzia
al primo inciampo della ragione.

Se la realtà è un sopruso agli anni luce
nego ogni limite ribadito,

e mi beffo del senso orizzontale
scrivendo lodi al portico infinito.