Al mattino, allo specchio, mi guardavo
per capire chi è che si era svegliato,
quando un capello bianco alzò la mano,
lungo e sgarbato, e disse: proprio bravo,
sei all'apice dell'epica normale,
o meglio, nullità ultima.
Io gli risposi: mio caro sodale
la tua sola presenza
è sintomo del tempo
e tradisce esperienza.
martedì 22 maggio 2012
sabato 19 maggio 2012
L'America
Ho sognato di essere felice
il più grande inganno dopo l'America.
La patina del mattino
i lampioni dimenticati accesi,
avrei attraversato il grande Oceano
invece era un giorno come un altro:
nel discount davano cibo per poveri
tra palazzi che piangevano intonaco.
Siamo ormai il lato triste della terra,
non lo dirò a mia madre.
il più grande inganno dopo l'America.
La patina del mattino
i lampioni dimenticati accesi,
avrei attraversato il grande Oceano
invece era un giorno come un altro:
nel discount davano cibo per poveri
tra palazzi che piangevano intonaco.
Siamo ormai il lato triste della terra,
non lo dirò a mia madre.
mercoledì 16 maggio 2012
Circonciso
Quando ti sento respirare accanto
tanto affamata d'anime
come polvere di eternit
verso di te ho un atteggiamento ambiguo,
signora depressione.
Sei la presenza fuori dalla porta
un cielo basso che preme alle tempie
lo sguardo della gatta alla finestra
gli occhi sfuggenti in strada, nella folla
che non ha più lavoro,
la passante che mi indica
dandomi dell'ebreo.
Mia cara, son bello perché diverso,
così i tuoi insulti mi eccittano
non mi rendono isterico!
Tu mi telefoni tre volte al giorno,
sento il suono dell'ansia,
ma non rispondo alla nebbia di sabato.
Condividiamo la stessa passione:
la notte sconfinata
che avvolge intere estati
o che in inverno decapita i giorni
mentre la città uccide silenziosa.
E tra di noi passa, da bocca a bocca,
una risata ruvida come il bacio
che morde le mie labbra
ora che sono vero.
Mi ferisco da me,
lo faccio per sentirmi almeno vivo,
provocandomi un dolore che anticipi
quella parola che ti caccerà:
grazia. Lei mi giustifica
ignorando il compito della morte,
lei mi ha circonciso quando ero piccolo
per salvarmi da adulto.
tanto affamata d'anime
come polvere di eternit
verso di te ho un atteggiamento ambiguo,
signora depressione.
Sei la presenza fuori dalla porta
un cielo basso che preme alle tempie
lo sguardo della gatta alla finestra
gli occhi sfuggenti in strada, nella folla
che non ha più lavoro,
la passante che mi indica
dandomi dell'ebreo.
Mia cara, son bello perché diverso,
così i tuoi insulti mi eccittano
non mi rendono isterico!
Tu mi telefoni tre volte al giorno,
sento il suono dell'ansia,
ma non rispondo alla nebbia di sabato.
Condividiamo la stessa passione:
la notte sconfinata
che avvolge intere estati
o che in inverno decapita i giorni
mentre la città uccide silenziosa.
E tra di noi passa, da bocca a bocca,
una risata ruvida come il bacio
che morde le mie labbra
ora che sono vero.
Mi ferisco da me,
lo faccio per sentirmi almeno vivo,
provocandomi un dolore che anticipi
quella parola che ti caccerà:
grazia. Lei mi giustifica
ignorando il compito della morte,
lei mi ha circonciso quando ero piccolo
per salvarmi da adulto.
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lunedì 14 maggio 2012
Insediamento di Hollande
Paragonare massa
umana e monetaria
ci ha portato a una contrazione del
Pil dell'immaginario.
Il denaro non è mai stato sapido
come l'odore forte del lavoro,
perché il mercato è rapido
e non ammette dialogo.
Equivocando la speculazione
abbiamo abbattuto l'idea del dubbio,
la moratoria del pensiero fertile
ha svilito l'amore e la ragione.
L'abbondare dei bond
mette a disagio l'anima:
piega la riflessione
ai tassi di interesse.
umana e monetaria
ci ha portato a una contrazione del
Pil dell'immaginario.
Il denaro non è mai stato sapido
come l'odore forte del lavoro,
perché il mercato è rapido
e non ammette dialogo.
Equivocando la speculazione
abbiamo abbattuto l'idea del dubbio,
la moratoria del pensiero fertile
ha svilito l'amore e la ragione.
L'abbondare dei bond
mette a disagio l'anima:
piega la riflessione
ai tassi di interesse.
sabato 12 maggio 2012
Poeta domenicale
Ho smarrito ogni lirica,
ma non credo dipenda dal mio status:
un borghese, educato, forse timido.
E' perché assomiglio a un cumulo nembo.
Allora posso dirmi un poeta inutile?
Scrivo odi alla domenica dell'anima
calpesto le parole
raccolgo idee da terra
non sollevo mai il sole
non accendo la luna,
se chiamo è per chiedere come va:
mi piace più ascoltare,
oppure la morte in modo discreto
e gioisco con compostezza
vedo la crisi nei volti svuotati
con rabbia figlia della tenerezza.
ma non credo dipenda dal mio status:
un borghese, educato, forse timido.
E' perché assomiglio a un cumulo nembo.
Allora posso dirmi un poeta inutile?
Scrivo odi alla domenica dell'anima
calpesto le parole
raccolgo idee da terra
non sollevo mai il sole
non accendo la luna,
se chiamo è per chiedere come va:
mi piace più ascoltare,
oppure la morte in modo discreto
e gioisco con compostezza
vedo la crisi nei volti svuotati
con rabbia figlia della tenerezza.
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Inzaghi
Può un solo uomo farsi urlo del cervello
di migliaia e migliaia di uomini,
terminale del trionfo
di una folla che ha perduto il controllo?
Sarebbe riprovevole,
se non fosse il miracolo del calcio.
Amo la punta che pensa la porta:
tocca la palla solo per girarla
in rete, come fa improvviso il vento
perché, anche in modo goffo,
ciò che conta è insaccarla!
La vittoria è un dettaglio, il gol è tutto,
a noi piace sovvertire il punteggio
con l'atto che sfugge alla marcatura,
all'amore, alla morte ed al potere.
di migliaia e migliaia di uomini,
terminale del trionfo
di una folla che ha perduto il controllo?
Sarebbe riprovevole,
se non fosse il miracolo del calcio.
Amo la punta che pensa la porta:
tocca la palla solo per girarla
in rete, come fa improvviso il vento
perché, anche in modo goffo,
ciò che conta è insaccarla!
La vittoria è un dettaglio, il gol è tutto,
a noi piace sovvertire il punteggio
con l'atto che sfugge alla marcatura,
all'amore, alla morte ed al potere.
lunedì 7 maggio 2012
Presenza
Oggi non sei passata:
c'è un'enorme voragine nell'aria
i palazzi si sono allontanati
il cielo scuote le nuvole tronfie
palpebre gonfie di freddo e amarezza
la terra trema all'assenza magnetica
non si emancipa mai da un suolo servo
non consola alcun elettrodomestico
tutto si mischia senza il tuo respiro
(in un sinistro e irreale rumore)
e io dai difetti costretto al battito
in gabbia nel mio stomaco per ore.
Il mondo è grande, posso rallegrarmene,
ma il limite della tua pelle amplia
dell'universo la circonferenza,
o fa contrarre le punte del corpo
come se mi riparassi dal tuono
spogliato come un narciso sconfitto:
lo spazio picaro che ci separa
imita l'ordine che uccide gli uomini.
Spero che dal soffitto
cada una goccia del tuo odore dolce
che coli dal petto fino all'amplesso
come quando, cercando con le mani
i segreti della vita dell'altro,
abbiamo riso sino a tardi con Eros
spegnendo il vento col fuoco. Domani
cerco la stessa pace.
c'è un'enorme voragine nell'aria
i palazzi si sono allontanati
il cielo scuote le nuvole tronfie
palpebre gonfie di freddo e amarezza
la terra trema all'assenza magnetica
non si emancipa mai da un suolo servo
non consola alcun elettrodomestico
tutto si mischia senza il tuo respiro
(in un sinistro e irreale rumore)
e io dai difetti costretto al battito
in gabbia nel mio stomaco per ore.
Il mondo è grande, posso rallegrarmene,
ma il limite della tua pelle amplia
dell'universo la circonferenza,
o fa contrarre le punte del corpo
come se mi riparassi dal tuono
spogliato come un narciso sconfitto:
lo spazio picaro che ci separa
imita l'ordine che uccide gli uomini.
Spero che dal soffitto
cada una goccia del tuo odore dolce
che coli dal petto fino all'amplesso
come quando, cercando con le mani
i segreti della vita dell'altro,
abbiamo riso sino a tardi con Eros
spegnendo il vento col fuoco. Domani
cerco la stessa pace.
martedì 1 maggio 2012
Contatto
Non c'è apice capace di descrivere
quando mi baci il corpo,
il mio sesso si ingrossa
si riempie del veleno
che gonfia la tua lingua
preme nella mia testa
ed è preda del nettare:
saliva e odori forti.
Pelle febbricitante
esorta alto il tuo seno ad appuntirsi
sul mio petto vigliacco
e il corpo si ripara,
vorrebbe il tuo cervello
le dita sul calore
per aprire i tuoi occhi,
farti guance di mela
sulla linea sottile del dolore.
Ride questa rivincita
sull'empietà del tempio:
gemma, abbiamo rubato
l'eccitazione al cielo
il nulla concreto non può salvarci
ma succhiarci la vita
ci renderà felici.
quando mi baci il corpo,
il mio sesso si ingrossa
si riempie del veleno
che gonfia la tua lingua
preme nella mia testa
ed è preda del nettare:
saliva e odori forti.
Pelle febbricitante
esorta alto il tuo seno ad appuntirsi
sul mio petto vigliacco
e il corpo si ripara,
vorrebbe il tuo cervello
le dita sul calore
per aprire i tuoi occhi,
farti guance di mela
sulla linea sottile del dolore.
Ride questa rivincita
sull'empietà del tempio:
gemma, abbiamo rubato
l'eccitazione al cielo
il nulla concreto non può salvarci
ma succhiarci la vita
ci renderà felici.
Gli ultimi giorni di maggio
Bel fiore insoddisfatto
appassisci alla sera
invece di inventare nuove notti
di gambe nude e di passi veloci:
dovresti amare il tuo orgasmo superbo
rivoluzione dentro tanto niente.
In questo deserto di anime inferme
in fila alla grande distribuzione
so cosa viene in mente
nella luce astiosa, nei volti lividi:
sembra così inutile tanta pioggia
sulle guance, le ferite e l'asfalto,
ed è andata la nostra libertà
se gli uomini hanno ucciso gli uccelli,
con i superstiti volati via
da questa ostilità per il futuro.
Non ci restano che le nostre mani
da riempire di oggetti,
ma potremmo biasimare la paura
dei nostri sogni fragili.
Hai il viso di una rosa
su uno scaffale al neon,
io vivo in occhi vitrei e tristi, torbidi,
e il mio ruolo non è la primavera.
Siamo negli ultimi giorni di maggio,
domani cadrà il cielo
e tu vorresti amarmi?
appassisci alla sera
invece di inventare nuove notti
di gambe nude e di passi veloci:
dovresti amare il tuo orgasmo superbo
rivoluzione dentro tanto niente.
In questo deserto di anime inferme
in fila alla grande distribuzione
so cosa viene in mente
nella luce astiosa, nei volti lividi:
sembra così inutile tanta pioggia
sulle guance, le ferite e l'asfalto,
ed è andata la nostra libertà
se gli uomini hanno ucciso gli uccelli,
con i superstiti volati via
da questa ostilità per il futuro.
Non ci restano che le nostre mani
da riempire di oggetti,
ma potremmo biasimare la paura
dei nostri sogni fragili.
Hai il viso di una rosa
su uno scaffale al neon,
io vivo in occhi vitrei e tristi, torbidi,
e il mio ruolo non è la primavera.
Siamo negli ultimi giorni di maggio,
domani cadrà il cielo
e tu vorresti amarmi?
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