Nella poesia mi sono rifugiato
perché delle parole non ho paura,
mille uomini hanno umiliato
la pia neutralità della natura:
ciascuno vuole esser rispettato
mentre maneggia con rabbia l'abiura,
io invece coltivo il mio prato
immaginando dietro a una fessura.
Posso accontentarmi d'un cortile?
Eppure sognai mari e praterie,
in ansiosa attesa del paradiso
alle città credetti, e a profezie,
prestando fede ad ogni sorriso
che occultava il tanfo del porcile.
Tutti alla fine hanno un proprio cortile.
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