A volte siedo sulla pietra madre,
verde com'era la mia primavera.
C'è una valigia piena di ciliegie
ferma alla stazione di Fabriano.
Ride di rabbia un ragazzo normale
ma che non ha mai voglia di dormire,
siede da solo leggendo un giornale
che gli ricorda che deve partire.
Mentre si fa più triste ogni tramonto,
tu pietra aspettami ancora al mattino:
tornerò in treno, senza giacche d'angelo,
la terra è tenera nell'Appennino.
Cara madre, tra i monti addormentarmi
con te nel nulla contando le stelle,
ho un po’ di vento nelle tasche vuote
piccola parte delle tue carezze.
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