Tu miri a essere dio
figlio di cielo, fucile e cemento
noi camminiamo svelti come gatti
sappiamo che esisti, più di Gesù:
conti i passi degli altri
con i tuoi occhi di spillo
ci vedi già cadaveri
numeri accatastati
adoratore della morte svelta
campione di cinismo
come un brivido attraversi le piazze
facendo della falce linea retta.
Tu sei noi, eppure privo di pietà,
un ordine dall'alto
una saetta con la punta di ferro
figlio unigenito dei nostri sbagli.
Ma se capiamo la finestra ostile
se annusiamo la nuvola di zolfo
la realtà si rovescia
e cadi, e le grida toccano il sole.
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