Le moschee sono ragni
enormi, anime e paure
conquistano le alture
con lunghi minareti,
nelle ore di preghiera,
tra lingue di tappeti
che ricamano canti
nella luce del Corno
D'Oro, di navi avorio
che tagliano il burro
morbido dello stretto,
un mosaico azzurro
con braccia d'acciaio
che afferrano Europa e Asia:
insegne nella notte
di tribù millenarie,
di sete e spezie perse
nei convogli del tempo.
Pani e piccoli pesci,
raccolti dai pescatori
allineati sui ponti,
crepitano nel vento
incrociando gli odori
della carne arrostita:
uomini e agnelli insieme
in spazi stretti, opachi
e tintinnanti come tè.
Caffettano stellato,
di equilibrio ubriachi
dervisci che sbocciano,
papaveri ad aprile
e compassi impassibili!
Fitte meyane onorano
con il raki Atatürk,
ucciso da cirrosi
come un triste sultano:
dopo la mezzaluna
verrà l'alba dall'Iran,
gonfia di zafferano
carica di fortuna.
mercoledì 24 aprile 2013
martedì 23 aprile 2013
Acquarelli
(Poesie inserite in un catalogo, distribuito anche in inglese, di 330 acquarelli di artisti europei e brasiliani in occasione dell'evento 'FabrianoinAcquarello - Fabriano in Watercolour 2013' organizzato dalla InArte di Anna Massinissa).
I.
Il cielo è lo spettatore magnifico
le cui schegge ci strappano lo sguardo
gli uomini colgono luce da terra
perché il colore ha potere salvifico:
nudo, disteso, gravido
come un ventre di donna,
mentre piogge invisibili
fanno la carta fertile.
L. Allegrini
II.
Il fiume Giano,
come dio dei vuoti,
esorta cose semplici
a farsi miracolo.
Da acqua e fibre,
regali di cielo e terra:
vuota, nuda,
preziosamente
inviolata come Eva,
la bianca carta.
L’artista
che dissacra
per suo piacere,
in agognata frenesia,
vi sparge l’immaginato
sfregando setole
su tazze d’acqua e colori
rubati alle infinite gradazioni
del conosciuto.
Forme, della sua realtà,
sul foglio vede mutate
come betulle specchiate
in un lago increspato.
Si manifesta un prodigio.
Mauro Allegrini
I.
Il cielo è lo spettatore magnifico
le cui schegge ci strappano lo sguardo
gli uomini colgono luce da terra
perché il colore ha potere salvifico:
nudo, disteso, gravido
come un ventre di donna,
mentre piogge invisibili
fanno la carta fertile.
L. Allegrini
II.
Il fiume Giano,
come dio dei vuoti,
esorta cose semplici
a farsi miracolo.
Da acqua e fibre,
regali di cielo e terra:
vuota, nuda,
preziosamente
inviolata come Eva,
la bianca carta.
L’artista
che dissacra
per suo piacere,
in agognata frenesia,
vi sparge l’immaginato
sfregando setole
su tazze d’acqua e colori
rubati alle infinite gradazioni
del conosciuto.
Forme, della sua realtà,
sul foglio vede mutate
come betulle specchiate
in un lago increspato.
Si manifesta un prodigio.
Mauro Allegrini
martedì 9 aprile 2013
Bagno Turco
Se un vento caldo abbraccia il mondo
se ci bagnamo nell'aria afosa
basta il verso di un poeta.
Il turco Hikmet guardava al sentimento
universale dell'amore:
un esempio di vate
mentre i riflessi del Bosforo fanno
danzare le colline di Istanbul,
creando caos e non gioia.
L'uguaglianza mortifica le ambizioni:
è questo il più grande errore dell'uomo
e non si può correggere,
come certifica anche il fallimento
dei sussidi statali.
E' la verità che rende il santo asceta,
che umilia l'umiltà,
che dilania il dialogo,
e offendendo la ragione
ci deposita, alla fine, nudi e soli.
se ci bagnamo nell'aria afosa
basta il verso di un poeta.
Il turco Hikmet guardava al sentimento
universale dell'amore:
un esempio di vate
mentre i riflessi del Bosforo fanno
danzare le colline di Istanbul,
creando caos e non gioia.
L'uguaglianza mortifica le ambizioni:
è questo il più grande errore dell'uomo
e non si può correggere,
come certifica anche il fallimento
dei sussidi statali.
E' la verità che rende il santo asceta,
che umilia l'umiltà,
che dilania il dialogo,
e offendendo la ragione
ci deposita, alla fine, nudi e soli.
domenica 7 aprile 2013
Paradosso
Il giorno dice che esisti e la luce
non dà alcuna risposta:
tutto sembra un terribile deserto
popolato di assenti
e insetti disordinati.
Essere marionette della notte
è una farsa più semplice:
penso eppure non sono,
il paradosso è la mia salvezza
in attesa dell'alba.
non dà alcuna risposta:
tutto sembra un terribile deserto
popolato di assenti
e insetti disordinati.
Essere marionette della notte
è una farsa più semplice:
penso eppure non sono,
il paradosso è la mia salvezza
in attesa dell'alba.
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sabato 6 aprile 2013
Don't try Suicide
Ho pensato la tua morte,
la resa a dio, il suicidio:
tu eri un missile e ti schiantavi al suolo
facendo esplodere tutta la terra,
il tuo urlo era l'universo
e ricadeva nel vuoto.
Meglio non sarebbe stato
il tuo lieve penzolare
appesa al cielo
in scia alla falce, quella maledetta
che cancella rubriche telefoniche
come l'oblio.
Cos'altro può gridarti la pistola
all'orecchio se non BANG?
Sarebbe la fine del futurista
noto come Majakovskij,
la polvere da sparo
non conosce misteri.
Inghiottire le pasticche
mischiate ai mazzi di fiori,
in un veliero, o nell'oblunga vasca,
sarebbe un dolce e sensuale conato,
quasi silenzio.
Allora ho scongiurato l'uccellaccio
affinché fosse prudente
e non azzardasse picchiate:
desidero che la tua morte sia
una bolla di sapone che scoppia,
o se preferisci l'epica
il fiume che annega nel mare
quando il sole si addormenta.
la resa a dio, il suicidio:
tu eri un missile e ti schiantavi al suolo
facendo esplodere tutta la terra,
il tuo urlo era l'universo
e ricadeva nel vuoto.
Meglio non sarebbe stato
il tuo lieve penzolare
appesa al cielo
in scia alla falce, quella maledetta
che cancella rubriche telefoniche
come l'oblio.
Cos'altro può gridarti la pistola
all'orecchio se non BANG?
Sarebbe la fine del futurista
noto come Majakovskij,
la polvere da sparo
non conosce misteri.
Inghiottire le pasticche
mischiate ai mazzi di fiori,
in un veliero, o nell'oblunga vasca,
sarebbe un dolce e sensuale conato,
quasi silenzio.
Allora ho scongiurato l'uccellaccio
affinché fosse prudente
e non azzardasse picchiate:
desidero che la tua morte sia
una bolla di sapone che scoppia,
o se preferisci l'epica
il fiume che annega nel mare
quando il sole si addormenta.
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