Oggi non sei passata:
c'è un'enorme voragine nell'aria
i palazzi si sono allontanati
il cielo scuote le nuvole tronfie
palpebre gonfie di freddo e amarezza
la terra trema all'assenza magnetica
non si emancipa mai da un suolo servo
non consola alcun elettrodomestico
tutto si mischia senza il tuo respiro
(in un sinistro e irreale rumore)
e io dai difetti costretto al battito
in gabbia nel mio stomaco per ore.
Il mondo è grande, posso rallegrarmene,
ma il limite della tua pelle amplia
dell'universo la circonferenza,
o fa contrarre le punte del corpo
come se mi riparassi dal tuono
spogliato come un narciso sconfitto:
lo spazio picaro che ci separa
imita l'ordine che uccide gli uomini.
Spero che dal soffitto
cada una goccia del tuo odore dolce
che coli dal petto fino all'amplesso
come quando, cercando con le mani
i segreti della vita dell'altro,
abbiamo riso sino a tardi con Eros
spegnendo il vento col fuoco. Domani
cerco la stessa pace.
Anche questa mi piace. Bella.
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RispondiEliminaSi è proprio vero, le poesie vanno rilette. Diventano più belle.
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