mercoledì 16 maggio 2012

Circonciso

Quando ti sento respirare accanto

tanto affamata d'anime
come polvere di eternit

verso di te ho un atteggiamento ambiguo,
signora depressione.

Sei la presenza fuori dalla porta
un cielo basso che preme alle tempie

lo sguardo della gatta alla finestra
gli occhi sfuggenti in strada, nella folla
che non ha più lavoro,

la passante che mi indica
dandomi dell'ebreo.

Mia cara, son bello perché diverso,
così i tuoi insulti mi eccittano
non mi rendono isterico!

Tu mi telefoni tre volte al giorno,
sento il suono dell'ansia,
ma non rispondo alla nebbia di sabato.

Condividiamo la stessa passione:
la notte sconfinata
che avvolge intere estati
o che in inverno decapita i giorni
mentre la città uccide silenziosa.

E tra di noi passa, da bocca a bocca,
una risata ruvida come il bacio
che morde le mie labbra
ora che sono vero.

Mi ferisco da me,
lo faccio per sentirmi almeno vivo,
provocandomi un dolore che anticipi
quella parola che ti caccerà:

grazia. Lei mi giustifica
ignorando il compito della morte,

lei mi ha circonciso quando ero piccolo
per salvarmi da adulto.

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