martedì 2 febbraio 2010

Marinetti è morto



















Rapido
il nulla
ti supera
in superbia.
Niente è importante
- arringatore rozzo -
la verità è invisibile
tutto sta zitto. Nel caos.
Tu corri pure (ptù) rampante,
l’auto da corsa finisce in un baratro
l’herpes che viene alla gente importante.
Poco prima del feretro
accelera.

03/05/2008

La differenza tra Marinetti e Majakovskij, seppure entrambi siano futuristi e condividano alcuni concetti (che io non condivido) è netta. Aderiscono tutti e due a un movimento rivoluzionario (l'italiano il fascismo, il russo il bolscevismo) e ne rimangono profondamente delusi, fino a staccarsene. Ma mentre Majacovskij ha il coraggio di criticare apertamente il regime con i suoi spettacoli fino all'emarginazione e al suicidio, Marinetti, dopo essersi accorto che quel tipo di vita distante dalla sua primigenia adesione al fascismo non lo porterebbe che all'emarginazione, decide di ributtarcisi mani e piedi. E si riaccosta al Fascismo e a Mussolini, che nel frattempo ha preso il potere. Il regime lo ripaga dedicandogli importanti onoranze nazionali (1924) ed egli, a sua volta, firma il Manifesto degli intellettuali fascisti (1925). Come ambasciatore del regime, Marinetti viaggia in Sudamerica e in Spagna. Nel 1929 lo stesso Mussolini vorrà Marinetti nell'Accademia d'Italia, appena fondata. Il fondatore del futurismo è ormai diventato un difensore della letteratura e della lingua italiana contro l'"esterofilia" dilagante, con effetti surreali: come quando gli capita di pronunciare discorsi su Giacomo Leopardi "maestro d'ottimismo" o di decantare il futurismo di Ludovico Ariosto. Naturalmente tutti ricordano la sua orrida definizione della guerra come "igiene del mondo".

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