mercoledì 3 febbraio 2010

Tre mondi

[...] Quando ero piccolo pensavo esistessero tre mondi. Uno: quello reale. Due: quello dei sogni. Tre: quello dei desideri. Questo perché, nella mia metafisica infantile, era la carica immaginifica a soffiare il vero principio vitale. Il primo mondo era la fantasia di Dio che, col mio concorso, tracciava un destino e lo rendeva esistente. Il secondo lo credevo concreto per l’incapacità dei sogni di contraddirsi nella loro imprevedibilità. E il terzo, nonostante fosse tutta opera mia, doveva essere altrettanto tangibile per la ripetizione delle situazioni che mi figuravo, sempre ricorrendo alle stesse immagini di me. Ad esempio. Nel primo, se Dio mi toglieva qualcosa poi mi restituiva, così se litigavo con un amico dopo prendevo un bel voto a scuola perché la bilancia si equilibrasse. Nel secondo, se incontravo una scala che non riuscivo a salire sapevo che tanto non sarei mai riuscito a salirla in nessun sogno. Nel terzo, se immaginavo di marcare un gol in un certo modo e di festeggiare in un certo modo, be’, sempre in quelle stesse maniere mi figuravo di comportarmi.
Inoltre, l’immaginazione era anche la placenta della mia infanzia. Mi nutriva proteggendomi dalla verità del mondo cui un bambino non è pronto. Tornando ai tre mondi. Nel primo mi sentivo protetto perché nel mio destino non poteva starci scritto nulla di male. Nel secondo non poteva succedermi niente d’irrimediabile poiché i sogni si spengono sempre prima dell’impatto col fondo del precipizio. Nel terzo meno che mai, dato che il regista ero io, e se fantasticavo una disgrazia era perché quella avrebbe potuto darmi lustro, e ne usciva una sceneggiatura celebrativa.
Da tutto questo deduco che l’immaginazione illude di un potere illimitato. Da piccolo non prendevo sul serio la morte, era esclusa da ciascuno dei tre mondi. Se fossi morto come avrebbe potuto Dio compensare la bilancia? Esiste un sogno in cui si muore senza svegliarsi sopravvissuto? Si può desiderare di morire se la tua testa vede tutte le strade alternative della fantasia? Così, oggi, credo che l’immaginazione immacolata sia l’Eden vietato, e che sarà la via per l’immortalità. A metà di questo secolo mi aspetto un altro Einstein che surclassi la teoria della relatività, rinvigorendo la forza immaginifica della teoria, la sua potenza creativa. [...]

07/06/2008

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