martedì 2 febbraio 2010

Prova di sonetto

Che triste notte, di lacrime d’oro,
senza i tuoi grandi e stanchi occhi materni.
Vorrei svegliarmi per stare con loro
fissarli come due attimi eterni.

Ma ora tu sei solo un seno lontano,
così devo passare per le stelle
e poi cercare in cielo con la mano,
versarci latte, farne la tua pelle,

carezzarne i confini con le dita.
Quando però legherò i tuoi capelli
ben stretti ai pallidi fili di luna,

verrà una nuova alba, e una nuova vita,
ché i raggi tuoi trasformeranno quelli
in mite gloria, in sole ed in fortuna!

08/10/2007

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