
Per la prima volta ho ascoltato i Sonic Youth dal vivo. Hanno suonato Daydream Nation -inserito nel 2006 all'interno di The Library of Congress' National Recording Registry, istituzione che documenta la storia dell'America attraverso la musica - in un luogo suggestivo come il teatro romano di Ostia Antica. Era giusto ieri notte, una notte di noise. Tutti noi stavamo arrampicati sulle gradinate come locuste colorate su vecchie pietre, il cielo era lucido e terso, e presiedeva il concerto approvando con migliaia di luci. Le due chitarre suonavano come delle pazzie consapevoli, magnifiche. Sfregate sul palco, usate come percussioni, abusate negli armonici; Lee Ranaldo ha perfino pizzicato una chitarra classica amplificata con una distorsione che soltanto chi conosce a fondo la lingua dei pick-up è in grado di interpretare. La batteria non dava tregua e percuoteva il tappeto di quei virtuosismi, per far agitare tutte le locuste nell’ombra, me compreso, ma io stavo fermo e cercavo di distinguere i singoli suoni, per quello che potevo, e per quello che riuscivo mi lasciavo trasportare, anche nel soprappensiero, da quel tappeto di stridori armonici, da quel tessuto di incroci virtuosi e incredibili sovrapposizioni. C’è un fascino particolare in chi è in grado di controllare il suono con tanta perizia. È come se fosse capace di dominare un elemento della natura, attraverso un feticcio chiamato strumento. So come vi colpisce il timpano a voi locuste se do una manata sulla tastiera, e quando danno una manata ci arriva proprio quella vibrazione, precisa, creata per un atto consapevole. So cosa si propaga se sfrego tra le corde questo cacciavite in questo modo, e proprio quel fenomeno sonoro accade, contenuto nell’isteria di riflettori blu e viola. Poi ad un certo punto Kim Gordon ha smesso un attimo di cantare e si è messa a girare su se stessa come una bimba, o una baccante con un vestitino bianco da mocciosa. Ora, nel teatro, siamo dentro la musica, come ogni volta che la si ascolta davvero, la musica vera, sembra non contenersi più dalla frenesia, e si capisce. Ieri è stata una notte indie, una notte rock.
08/07/2007
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