Per grattacieli dure stalagmiti,
sotto un lenzuolo, un silenzio rombante
e umido, composto di ferro e viti,
sopra il petto dei marciapiedi. Tante
le mie vanità di ghiaccio per iti-
nerari vanno nel tutto distante
che ho in testa, tra i terribili detriti,
e i conati di un freddo impressionante.
Riparo nel metrò come un evaso.
Mosca ed io sediamo proprio di fronte.
Ci incontriamo e innamoriamo per caso.
Sopra di noi pesa il blocco dell’inverno,
tra i suoi angeli normali, facce infrante
che si scaldano tiepide all’interno.
13/11/2007
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